Alle otto della sera La battaglia di Adrianopoli + Festival della Mente 2007 Sarzana

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Di Alessandro Barbero
Regia di Vittorio Attamante
andato in onda sulle frequenze di rai radio due

La battaglia di Adrianopoli, combattuta fra i Goti e l’imperatore Valente nel 378 dopo Cristo, segna una svolta cruciale nei rapporti fra l’impero romano e i barbari. Fino a quel momento, una politica dell’immigrazione saldamente gestita dal governo imperiale aveva consentito di accogliere pacificamente nell’impero un gran numero di barbari, e di impiegarli con successo per rivitalizzare l’economia.

E’ in questo contesto che i Goti, un’intera popolazione di profughi in fuga da un paese in guerra, erano stati autorizzati a entrare nell’impero. Abusi e scandali nella gestione dell’accoglienza da parte di funzionari e politici corrotti finirono invece per provocareuna rivolta dei rifugiati, poi degenerata in una vera e propria guerra.

L’inefficienza delle autorità romane nel risolvere la crisi, culminata con la sconfitta e la morte in battaglia dell’imperatore Valente, precipitò la fase più acuta e distruttiva delle invasioni barbariche che misero fine all’egemonia romana sull’Europa occidentale.

 

testo e immagine dalla pagina della trasmissione e del riascolto

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L’autore ha tenuto tre interessanti lezioni su questo tema al Unlimited Free Image and File Hosting at MediaFireFestival della Mente, edizione 2007, a Sarzana:

I serata

II serata

III serata

(gli interventi, ai link sopra indicati, sono disponibili al riascolto e in video)

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Alessandro Barbero 9 agosto 378. Adrianopoli il giorno dei barbari, Laterza 2005 ISBN 8842077658

 

 

Lezioni di Musica 2008-2009 3 Sandro Cappelletto “Bach e Händel, l’assoluto e il quotidiano”

Posted in A Musica, auditorium parco della musica, georg friederich haendel, johan sebastian bach, lezioni di musica, sandro cappelletto with tags , , , , , , , on 02/04/2009 by Claudia Cadoni

Natascia Gazzana violino

Le loro vite parallele. Coetanei, tedeschi ed europei, così diversi. Volevano, ma non si sono mai incontrati. Haendel (per Haendel vedi anche qui) viaggiava molto, Bach

(per Bach vedi anche qui) era sedentario. Uno non avrebbe mai pensato di scrivere L’arte della fuga, l’altro mai potuto comporre una Musica per i fuochi d’artificio.
Difficile immaginare due modi così lontani di abitare la musica. Ora, si danno appuntamento a Santa Cecilia e hanno molte cose da raccontarsi.
Haendel capirà perché Pier Paolo Pasolini ha usato la Passione secondo Matteo per accompagnare la morte di Accattone
e perché Glenn Gould ha dedicato la vita alle Variazioni Goldberg;
[in questo video sono eseguite la 1-7 qui per la selezione da YouTube ]
Bach ascolterà i prodigi vocali – a lui negati – degli evirati cantori italiani nel Giulio Cesare e dovrà ammettere che un Alleluiah così gioioso non l’ha neppure immaginato.
 

Si scambieranno notizie: Bach si lamenterà della micragna dei governanti di Lipsia, che lo costringevano a ritmi di lavoro da negrieri, Haendel gli dirà di quanto bello e pericoloso sia il libero mercato della musica: di fallimenti, lui ne ha conosciuti. Tentando l’assoluto in una quotidiana domenica di dicembre, mentre il violino di Natascia Gazzana camminerà suonando in Sala Sinopoli.
 
 
Testo tratto dalla pagina dell’evento e dell’ascolto

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biografia di sandro cappelletto

Lezioni di Musica 2008-2009 Giorgio Pestelli “Haydn e Mozart”

Posted in A Musica, auditorium parco della musica, franz joseph haydn, giorgio pestelli, lezioni di musica, mp3, wolfgang amadeus mozart with tags , , , , , , on 02/04/2009 by Claudia Cadoni

Per Lezioni di Musica, Giorgio Pestelli, uno dei più noti e apprezzati musicologi italiani, parlerà dello Stile Classico di Haydn e Mozart. Il momento nel quale in un certo senso nasce il concetto di “musica classica” come lo intendiamo oggi, un ideale di perfezione formale, di equilibrio, che rende all’ascolto una naturalezza quasi sovrumana. Nella Vienna di fine Settecento tutte le classi sociali “parlano la stessa lingua” musicale. Per un musicista operante in questo contesto il linguaggio musicale doveva senza dubbio apparire come un dato “naturale”, privo di ogni artificiosità: tutti lo parlavano e tutti erano – a gradi differenti – in grado di comprenderlo. Il miracolo dell’arte di Haydn e Mozart è nella capacità di prendere questo linguaggio così “naturale” e di farlo diventare grande arte.

Testo dalla pagina dell’evento e dell’ascolto

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Giorgio Pestelli (1938) insegna Storia della Musica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino e di Genova. Figlio dello scrittore Leo Pestelli e nipote del compositore Luigi Perrachio, ha sempre cercato di meditare i significati della musica in rapporto agli altri linguaggi espressivi. Ha pubblicato studi sulla musica del Settecento e sul periodo classico e romantico (L’età di Mozart e Beethoven, 1979; Beethoven, 1988); ha edito le Sonate di G. B. Platti (1978 e 1986) e si è occupato di storia dell’opera e di storia della critica musicale. Tiene regolarmente cicli di conversazione radiofoniche e collabora da oltre trent’anni con il quotidiano «La Stampa»; dal 1982 al 1985 è stato Direttore Artistico dell’Orchestra Sinfonica della Rai di Torino. Per Einaudi ha pubblicato Canti del destino. Studi su Brahms («Saggi», Premio Viareggio 2001) e Gli immortali (Einaudi Tascabili, 2004).

Biografia tratta dal sito dell’editore Einaudi

Lezioni di Musica 2008- 2009 2 Claudio Strinati “Bruckner e Mahler” Musica a Vienna tra Ottocento e Novecento

Posted in A Musica, anton bruckner, auditorium parco della musica, claudio strinati, gustav mahler, lezioni di musica, mp3 with tags , , , , , , , on 02/04/2009 by Claudia Cadoni

Per Lezioni di Musica, Claudio Strinati, Sovrintendente speciale al Polo Museale Romano e notissimo conferenziere, parlerà di Bruckner e Mahler, due dei principali esponenti – con Brahms e Cajkovskij – della sorprendente “nuova fioritura” che la Sinfonia attraversò nella seconda metà dell’Ottocento. Due musicisti che si stanno oggi prendendo una clamorosa rivincita nei confronti di critica e pubblico figurando con regolarità nei programmi dei massimi direttori e delle più grandi orchestre del mondo e la loro arte è considerata un vertice di quel momento cruciale nella storia della cultura occidentale che fu il passaggio dal Diciannovesimo al Ventesimo Secolo.

Testo dalla pagina dell’evento e dell’ascolto

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Claudio Strinati è nato a Roma nel 1948. Laureato storia dell’arte, attualmente è Soprintendente speciale per il polo museale romano. Docente incaricato di Storia dell’Arte nei Licei pubblici statali dal 1971 al 1973, in seguito è stato ispettore storico dell’arte nei ruoli del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, esercitando la sua funzione prima presso la Soprintendenza per i Beni artistici e storici della Liguria e poi presso quella di Roma, dove è stato direttore addetto alla tutela territoriale e responsabile dell’Ufficio Mostre fino al 1991.

Il suo ambito di studi è soprattutto rivolto verso il Cinquecento classicista e manierista e il primo Seicento, specie sul versante della pittura e della scultura. Per i suoi interessi in campo musicale ha collaborato al “Dizionario Biografico degli Italiani” e presieduto per alcuni anni la “Commissione nazionale per la tutela degli Organi antichi” presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Ha curato numerose mostre e manifestazioni culturali in Italia e all’estero: le più recenti – tra il 2000 e il 2002 – Caravaggio e i primi caravaggeschi (Museo Teien di Tokio), Raphael. Grace et Beauté (Musée du Luxembourg a Parigi), Titian to Tiepolo (Museo Nazionale di Canberra in Australia). Autore di numerosi articoli scientifici su alcune tra le principali riviste italiane come il Bollettino d’Arte, Storia dell’Arte, Prospettiva, Antichità Viva, ha svolto attività divulgativa nel campo della storia dell’arte con articoli per La Repubblica, L’Espresso e Art-Dossier.

biografia tratta dal sito Enel, sponsor di molte manifestazioni all’Auditorium di Roma

Altre lezioni dello stesso ciclo in questo blog:

Antonio Pappano “Verdi e Wagner”

Lezioni di Musica 2008- 2009 1 Antonio Pappano“Verdi e Wagner”

Posted in A Musica, antonio pappano, auditorium parco della musica, giuseppe verdi, lezioni di musica, mp3, richard wagner with tags , , , , , , , on 02/04/2009 by Claudia Cadoni

Lezioni di Musica è una nuova iniziativa promossa dagli Amici di Santa Cecilia, e organizzata dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e della Fondazione Musica per Roma. Otto lezioni affidate a nomi prestigiosi – interpreti, musicologi, personalità del mondo della cultura – dedicate ad altrettanti momenti salienti della Storia della Musica, da Bach a Stravinskij al Jazz.
Ogni incontro prende in esame una coppia di musicisti che esemplificano le caratteristiche salienti di un’epoca, sia per contrasto (il confronto tra l’italiano Verdi ed il tedesco Wagner, ad esempio) che per affinità (Mozart e Haydn, Bach e Händel). Curata da Giovanni Bietti, l’iniziativa si rivolge naturalmente al pubblico più vario e a chiunque sia interessato ad approfondire la conoscenza della musica e a scoprire il ruolo che questo straordinario, affascinante ramo del sapere ha sempre rivestito nella storia della nostra cultura e della società occidentale in genere; il carattere delle Lezioni è quindi fortemente divulgativo, il tono volutamente accessibile e coinvolgente, e ogni Lezione sarà arricchita da esempi musicali dal vivo, brani registrati, inserti video.

Ad accrescere il prestigio dell’iniziativa, la Lezione inaugurale sarà tenuta in Sala Santa Cecilia da uno dei massimi artisti della scena mondiale, il Direttore stabile dell’Orchestra dell’Accademia Antonio Pappano, e la Lezione conclusiva sarà tenuta, nella stessa Sala, dal più interessante nome del Jazz italiano – e non solo – dell’ultima generazione, Stefano Bollani

Testo e immagine tratti dalla pagina dell’evento e dell’ascolto

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Altre lezioni dello stesso ciclo in questo blog:

Claudio Strinati “Bruckner e Mahler”

Alle 8 della sera Attila

Posted in A Storia, alle otto della sera, attila, giuseppe zecchini, invasioni barbariche, mp3, rai 2, storia antica, unni with tags , , , , , , , , , on 31/03/2009 by Claudia Cadoni

Di Giuseppe Zecchini.
Regia di Giancarlo Simoncelli.
Andato in onda dal 13 settembre all’8 ottobre 2004 sulle frequenze di radio due rai

Nell’immaginario collettivo contemporaneo Attila è ben presente: non si sa bene chi sia stato, ma lo si identifica certamente con un ‘cattivo’ della storia, anzi è visto come un simbolo di distruzione e di morte, il ‘flagello di Dio’, dietro il cui cavallo non cresceva più un filo d’erba. Gli Unni, il suo popolo, furono descritti dagli antichi etnografi come esseri più bestiali che umani.Eppure, le moderne ricerche sottolineano la sua intensa attività diplomatica e i suoi sforzi per dare al suo popolo una forma statale progredita e per attuare una convivenza reciprocamente vantaggiosa con l’impero romano: egli ci appare sempre più come uno dei grandi capi barbarici del V secolo.Per quel che conosciamo, la vita di Attila è una biografia coinvolgente, ricca di aneddoti e di luoghi comuni da sfatare sullo sfondo di un impero romano già in crisi irreversibile, ma ancora capace non solo di sconfiggere gli Unni, anche di affascinarli con la forza d’attrazione della propria millenaria civiltà.


mappa tratta dal sito http://www.silab.it/ da
questa pagina

sullo stesso sito si trovano un’utile
cronologia degli eventi e un sintetico colpo d’occhio su le invasioni barbariche.
Giuseppe Zecchini (Milano, 1952) è ordinario di Storia romana all’Università Cattolica di Milano. Si occupa di storiografia ellenistica, dell’età di Cesare e della tarda antichità; in questo ambito ha scritto: Aezio. L’ultima difesa dell’Occidente romano (Roma, 1983), Ricerche di storiografia latina tardoantica (Roma, 1993), Il pensiero politico romano (Roma, 1997).
Dalla radio al libro:
Giuseppe Zecchini Attila Anno: 2007

La vita di Attila, re degli Unni; una biografia coinvolgente, ricca di aneddoti e di luoghi comuni da sfatare. E sullo sfondo un impero romano già in crisi irreversibile.

Nota di Sergio Valzania
In libreria il 19 aprile 196 pagine 12.00 Euro ISBN 88-389-2158-X

IL LIBRO

L’immagine comune che si ha di Attila, re degli Unni, si compone di noti elementi: di un’iconografia che gli dà i tratti fisici normalmente attribuiti ai volti demoniaci; di un epiteto di non chiara origine (il «flagello di Dio»); del gesto di un pontefice, Leone I Magno, che con la sola autorità spirituale lo fermò sul fiume Mincio. Niente, o quasi niente, di questa immagine resiste sulla base dei documenti e delle fonti. Rimettendoli insieme, fonti e documenti, Giuseppe Zecchini racconta il personaggio Attila, la sua biografia possibile, l’interpretazione dell’enigmatica inquietudine che ha trasmesso. Il teatro è il crogiolo, composito e gorgogliante sugli spasimi dell’Impero, delle guerre dei e contro i barbari, che nutrì le saghe nibelungiche, armò Burgundi, Goti, Vescovi guerrieri, il generale Aezio; in cui si consumò il destino breve riservato dalla storia agli Unni.

Il Terzo Anello Napoli: dentro il vulcano

Posted in A Società, antonio albanese, camorra, che tempo che fa, fabio fazio, il terzo anello, impegno civile, mp3, napoli, radio3, rai 3, roberto saviano with tags , , , , , , , , , , , , on 30/03/2009 by Claudia Cadoni

di Roberto Saviano

con la collaborazione di Daniela Basso

a cura di Cettina Flaccavento

Dal 27 novembre all’8 dicembre [andato in onda nel 2006 e messo recentemente a disposizione in podcast Nota mia] va in onda su Radio3 il nuovo ciclo del Terzo Anello “Napoli: dentro il vulcano”, di Roberto Saviano; dieci puntate, dal lunedì al venerdì alle ore 14.30, realizzate dallo scrittore partenopeo in collaborazione con Daniela Basso, a cura di Cettina Flaccavento.

Dopo “Gomorra”, firmando il suo primo programma radiofonico, Saviano continua la sua indagine su Napoli, cartina tornasole di un sistema economico che coinvolge tutta l’Italia.

Nel racconto di Saviano, accompagnato nella prima puntata dalla musica, dalle parole e dalla voce di tre gruppi napoletani (Co’sang, A67 e Kosanost), la città di Napoli è il punto d’osservazione dal quale partire per un viaggio attraverso i maggiori sistemi dell’economia del sud e non solo: il tessile, l’edilizia, il mercato delle armi, le discariche.

Accanto alle storie, Saviano traccia una serie di riflessioni sulla forza e la capacità della parola di incidere sulla realtà: l’ultima puntata del programma, “Scrivere le cose”, è proprio dedicata alla letteratura. Che può – e ha quasi il bisogno di – raccontare lo sfruttamento delle merci e degli uomini: dei ragazzini, nuovi arruolati della camorra o coinvolti nel lavoro delle discariche; delle donne, siano queste imprenditrici o vittime involontarie della violenza; del cinema, che muove desideri e interessi nell’immaginario collettivo.
Questi gli argomenti delle puntate della prima settimana: “La musica racconta Napoli: Co’sang, A167, Kosanost” (lunedì 27/11/06); “Viaggio nelle nuove geografie del tessile: geografia e odore delle merci” (martedì 28/11/06); “Cemento, viaggio nella nuova edilizia: i treni dal sud a nord” (mercoledì 29/11/06); “Il mercato delle armi: Kalashnikov” (giovedì 30/11/06); “Le discariche” (venerdì 1/12/06).

Nella seconda settimana, andranno in onda: “Donne: le manager e le vittime di camorra” (lunedì 4/12/06); “Scampia: il mondo salvato dai ragazzini” (martedì 5/12/06); “Il cinema e la camorra: l’immagine criminale alimentata dal cinema” (mercoledì 6/12/06); “Secondigliano: mercato della droga” (giovedì 7/12/06); “Scrivere le cose” (venerdì 8/12/06).

testo e immagine dalla pagina del programma e del riascolto (link miei)

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Più su, al nome dell’autore, ho rinviato al sito di wikipedia per mettere a disposizione i link di quella voce, tra cui quello al sito personale di Roberto Saviano.

Non mancate, vi consiglio, di vedere, nel caso l’aveste perso, l’ottimo speciale dedicato a Roberto Saviano, il 25 marzo 2009, nell’ambito della trasmissione “Che tempo che fa”, su RAI Tre, ai seguenti link diretti:

Auster, Grossman e Saviano

Speciale con Roberto Saviano
Cetto Laqualunque con Roberto Saviano 😉 col grande attore Antonio Albanese, per ridere, amaro, senza disimpegno o futilità.
Monologo di Roberto Saviano
Intervista a Roberto Saviano

Tutto ciò, insieme ad altri materiali, li trovate ovviamente, impostando una minima ricerca, anche alla pagina della videoteca della trasmissione.

Con l’occasione vi segnalo l’opportunità di vedere, grazie al poco conosciuto, ed apprezzabilissimo, servizio di video/audio on demand, offerto dalla RAI in aggiunta al servizio podcast, già da diversi anni offerto dall’emittente, le trasmissioni che avreste voluto seguire in diretta, o di rivederle in tempi opportuni.

Le pagine del sito RAI sono in costante modifica; guardate qui nella home scorrendola fino in fondo. Quasi nelle ultime righe troverete, nella seconda colonna, una freccina e “ON DEMAND”, sotto la quale troverete Rai Tv/Podcast.
Cliccate su RaiTv per la televisione on demand, su Podcast per scoprire un mondo di mp3, da tesaurizzare e da portare con voi in mobilità, sull’iPod o su lettori mp3.
In questo modo si possono rivedere trasmissioni interessanti e godere della visione/ascolto di molta programmazione negletta, confinata in orari improbabili e poco affidabili per eventuali registrazioni.

Ad alta voce Un anno sull’Altipiano

Posted in A Romanzi, ad alta voce, emilio lussu, goffredo fofi, marco paolini, mario monicelli, mp3, radio3, un anno sull'altipiano with tags , , , , , , , , , on 29/03/2009 by Claudia Cadoni

Marco Paolini legge:

Un anno sull’Altipiano
di Emilio Lussu
Introduzione di Goffredo Fofi
a cura di Anna Antonelli e Fabiana Carobolante

trasmesso sulle frequenze di rai radio tre dal 29 settembre al 29 ottobre 2008

postfazione integrale di Mario Monicelli
pagina del programma e del riascolto

backup mp3 serie completa 23 episodi

Le eta’ di Roma 3

Posted in A Arte, A Storia, A Urbanistica, altare della patria, arte antica, collezionisti d'arte, marco fabio apolloni, mp3, piazza venezia, torlonia, vittoriano, vittorio vidotto with tags , , , , , , , , , , , , , , on 29/03/2009 by Claudia Cadoni

3 serate e 6 lezioni di storia in piazza del Campidoglio per un’iniziativa promossa e realizzata dal Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali e dagli Editori Laterza

Nelle serate di venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 settembre 2008 la piazza michelangiolesca del Campidoglio ha ospitato “Lezioni di Storia. Le Età di Roma”. 6 grandi lezioni tenute da 6 grandi storici.
Andrea Carandini, Chiara Frugoni, Antonio Pinelli, Joseph Connors, Marco Fabio Apolloni, Vittorio Vidotto hanno evocato un’epoca di Roma attraverso un personaggio, una famiglia, una piazza, un palazzo.

Ogni sera a partire dalle ore 21 due lezioni magistrali della durata di circa un’ora, introdotte dal giornalista Paolo Conti, supportate in alcuni casi da contributi audiovisivi, ci hanno fatto fare un salto indietro nel tempo: dal passato più antico fino alla storia più recente.

Vittorio Vidotto
L’età contemporanea. Piazza Venezia: celebrazione e sconfitta del mito della patria

Piazza Venezia è lo spazio pubblico in cui la classe politica liberale celebra il Risorgimento della nazione edificando il grande monumento a Vittorio Emanuele II: tempio all’Unità d’Italia e alla libertà dei cittadini e insieme grandioso omaggio alla monarchia. Occupa un lato del colle capitolino come un nuovo Campidoglio unitario e nazionale che domina la piazza e costituisce lo sfondo grandioso di via del Corso. Inaugurato nel 1911, negli anni della Grande Guerra diventa luogo di commemorazione dei caduti e centro simbolico della nazione vittoriosa quando, nel 1921, accoglie la salma del Milite Ignoto. Ma negli stessi anni in cui il monumento e la piazza si consolidano come spazio pubblico nazionale si compie la loro trasformazione politica di parte, nazionalista prima e fascista poi: è a piazza Venezia e sul Vittoriano che si conclude la marcia su Roma. Dal 1929, con Mussolini istallato a palazzo Venezia, la piazza diviene luogo cerimoniale per eccellenza dei discorsi e delle apparizioni del duce, in un rapporto dinamico con la folla sottostante. Piazza politica e patriottica, le sue funzioni simboliche appaiono sempre più legate ai destini imperiali del fascismo. La forza di questo legame impedisce ancora oggi, a oltre sessant’anni dalla sconfitta del regime e nonostante la recente riapertura al pubblico del Vittoriano, di restituire alla larga platea antistante l’Altare della Patria un significato nazionale.

Vittorio Vidotto insegna Storia Contemporanea alla Facoltà di Lettera e Filosofia presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Tra le sue pubblicazioni Laterza: Italiani/e. Dal miracolo economico a oggi (2005), Roma contemporanea (2006) e, con Giovanni Sabbatucci, Il mondo contemporaneo. Dal 1848 a oggi (2007).

Marco Fabio Apolloni
L’età dei Torlonia: l’arte di ostentare il lusso nella Roma papale
La fortuna economica delle maggiori famiglie principesche di Roma è sempre nata grazie all’elevazione di un membro di quelle famiglie al trono di Pietro. Questo non si può dire invece dei Torlonia. Nessuno di loro è diventato papa o cardinale, eppure la famiglia, il nome, lo stemma ebbero lo stesso splendore delle maggiori casate romane, non in virtù dello Spirito Santo, ma grazie allo spirito imprenditoriale, al senso degli affari, all’arte difficile e misteriosa di far quattrini con i quattrini. Ancora oggi, pur invisibile, la famiglia Torlonia possiede la più grande collezione di arte antica che esista al mondo in mani private. Ancora oggi conserva gelosamente il possesso della meravigliosa Villa Albani, mantenuta intatta per oltre un secolo e mezzo, ma visibile solo a pochissimi privilegiati. Ad un dono dei Torlonia dobbiamo il nucleo primigenio della raccolta di pittura della Galleria Nazionale di Roma, ed egualmente lo straordinario gruppo di sculture degli Dei neoclassici che alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna fanno da corte al colossale Ercole e Lica di Antonio Canova, commissionato e pagato da Giovanni Torlonia, fondatore della fortuna familiare. Al figlio di costui, Alessandro, spetta invece l’ambizione di rendere visibile lo splendore della propria ricchezza non al modo fuggevole di una stella cometa, ma come un astro nel firmamento nobiliare di Roma. Questa ambizione fu realizzata, ma ebbe un singolare destino di sfortuna: lo splendido palazzo di piazza Venezia è stato abbattuto senza pietà all’inizio del’900, senza una valida ragione. La villa Torlonia sulla Nomentana, che ebbe anche il fato singolare di ospitare il dittatore Mussolini, è sopravvissuta a stento e fortunosamente all’abbandono e al vandalismo. Ma ciò che è stato rammentato qui finora è solo parte di un mosaico più vasto.
A quanto di tutto ciò esiste ed è invisibile, a quanto è andato perduto e dimenticato, ed a quello che si potrebbe ancora restituire alla vista e alla memoria dei romani, questa lezione è dedicata.

Marco Fabio Apolloni, storico dell’arte, pubblicista e scrittore, è stato critico d’arte di “Epoca”, “Panorama”, “La Voce”, per poi approdare al “Messaggero” di Roma. Nel 2003 ha pubblicato il suo primo romanzo storico sulla Roma ottocentesca, Il Mistero della Locanda Serny (Ponte alle Grazie, Tea), finalista al Premio Strega 2004. Vive a Roma, dove dal 2006 continua l’attività familiare di antiquario.

Testo e immagine tratti dal sito dell’iniziativa

Link alle altre serate in questo stesso blog:

Le età di Roma 2

Posted in A Architettura, A Storia, agostino chigi, antonio pinelli, barocco, bernini, borromini, cortona, joseph connors, piazza navona, raffaello, rainaldi, rinascimento, sebastiano del piombo with tags , , , , , , , , , , , , , , , , on 29/03/2009 by Claudia Cadoni

3 serate e 6 lezioni di storia in piazza del Campidoglio per un’iniziativa promossa e realizzata dal Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali e dagli Editori Laterza

Nelle serate di venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 settembre 2008 la piazza michelangiolesca del Campidoglio ha ospitato “Lezioni di Storia. Le Età di Roma”. 6 grandi lezioni tenute da 6 grandi storici.
Andrea Carandini, Chiara Frugoni, Antonio Pinelli, Joseph Connors, Marco Fabio Apolloni, Vittorio Vidotto hanno evocato un’epoca di Roma attraverso un personaggio, una famiglia, una piazza, un palazzo.

Ogni sera a partire dalle ore 21 due lezioni magistrali della durata di circa un’ora, introdotte dal giornalista Paolo Conti, supportate in alcuni casi da contributi audiovisivi, ci hanno fatto fare un salto indietro nel tempo: dal passato più antico fino alla storia più recente.

Antonio Pinelli
L’età dell’oro. Agostino Chigi il Magnifico e gli splendori della Roma di Raffaello

Nei primissimi anni del ’500, il Rinascimento italiano tocca il suo apogeo, grazie alla felice congiuntura determinata dall’incontro tra le ambizioni universalistiche di papi come Giulio II Della Rovere (1503-13) e Leone X Medici (1513-20), che sognano di far rivivere, nel segno della Chiesa di Cristo, i fasti e l’immagine dominatrice dell’antica Roma caput mundi, e il vertiginoso talento di artisti come Bramante, Michelangelo e Raffaello, capaci di rendere tangibile e visibile questo sogno, elaborando un linguaggio architettonico e figurativo che non si limita ad imitare forme e contenuti dell’antichità classica, ma ambisce ad emularne l’elegante splendore e l’ineguagliata magnificenza. Seguendo l’esempio di Giulio II e di Leone X, Agostino Chigi il Magnifico, questa sorta di re Mida della finanza pontificia, profuse gran parte dei suoi denari in splendidi edifici, opere d’arte, banchetti e apparati festivi allietati da memorabili spettacoli teatrali, ingaggiando molti tra i massimi artisti del suo tempo: dal conterraneo Baldassarre Peruzzi a Raffaello, da Sebastiano del Piombo, che egli stesso convinse a spostarsi definitivamente da Venezia a Roma, al Sodoma e allo scultore fiorentino Lorenzetto, per limitarsi a coloro cui affidò gli incarichi di maggior impegno e prestigio. Agostino Chigi, l’unico committente laico in grado di gareggiare in munificenza artistica con i più potenti tra i cardinali e con la stessa corte papale, fu uno dei grandi protagonisti di quest’età dell’oro, tanto ricca e feconda da forgiare un linguaggio artistico destinato ad imporsi come modello supremo per i secoli a venire, ma anche così spensierata da ignorare le nere nuvole scismatiche che si andavano addensando.

Antonio Pinelli insegna Storia dell’Arte Moderna all’Università di Firenze. Dirige la rivista specialistica “Ricerche di Storia dell’Arte”. È noto al grande pubblico per i suoi articoli sulla pagina culturale di “Repubblica”. Con Laterza ha pubblicato La bellezza impura. Arte e politica nell’Italia del Rinascimento (2004) e Roma del Rinascimento (2007).

Joseph Connors
L’età barocca. Piazza Navona, giochi greci, geroglifici egiziani e potere papale

Tra il 1644 e il 1670 Piazza Navona assunse nuova forma e, da antico stadio in rovina, divenne la più leggendaria piazza romana. Bernini, Cortona e Borromini, insieme ai Rainaldi (Girolamo e Carlo), costruirono un palazzo che vantava un’infilata di stanze talmente lunga che era possibile sperimentarvi i cannocchiali, una galleria con i più bei cicli di affreschi barocchi, una fontana maestosa che celebrava i quattro grandi fiumi del mondo cristiano e una chiesa che aveva una delle cupole più alte di Roma. Nessun altro spazio urbano di Roma rivela altrettanto chiaramente le ossessioni barocche per la dinastia e per il destino. Millenaria per storia e globale per pubblico, Piazza Navona divenne un palcoscenico in cui si rappresentava il dramma di un martirio avvenuto agli inizi del cristianesimo, si esaltavano le origini etrusche, si decifravano geroglifici egiziani, si esplorava il più profondo mondo sotterraneo e Virgilio veniva allegorizzato per dare ascendenze mitologiche a una famiglia di provincia che la roulette del conclave aveva improvvisamente catapultato al potere.

Joseph Connors è tra i più importanti specialisti dell’architettura della Roma barocca e rinascimentale e dell’opera di Borromini Ha insegnato all’Università di Chicago e alla Columbia University e ha diretto la American Academy di Roma. Direttore di Villa I Tatti, il prestigioso Centro dell’Università di Harvard per lo studio del Rinascimento italiano a Settignano (Firenze) fondato da Bernard Berenson, insegna Storia dell’Arte e dell’Architettura a Harvard. Ha pubblicato con Laterza Alleanze e inimicizie. L’urbanistica di Roma barocca (2005).
Testo e immagine tratti dal sito dell’iniziativa

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Link alle altre serate in questo stesso blog:
Le età di Roma 1
Le età di Roma 3